La Valle d’Aosta possiede un ambiente difficile per la coltivazione della vite: antichi vigneti si inerpicano sui fianchi delle montagne, nelle zone più soleggiate. La pendenza ha comportato notevoli sacrifici, grazie alla paziente costruzione di muretti e terrazzamenti è stato possibile ampliare la superficie coltivata rinunciando però ad ogni meccanizzazione.
Ne è così scaturita una produzione molto modesta ma di alta qualità che si snoda lungo un percorso denominato “Route des vins valdotains”. Oggi la Valle d’Aosta è rappresentata da sette aree specifiche di coltivazione dei vigneti: il Blanc de Morgex e La Salle viene coltivato nei vitigni più alti d’Europa, è fine e delicato, di gusto secco con note fruttate; l’Enfer d’Arvier, uno dei primi vini valdostani Doc, ha i vigneti situati in una zona molto soleggiata, da cui deriva il suo nome: ha profumo delicato, è secco e corposo con retrogusto amarognolo, ideale con le carni rosse, le zuppe tipiche e i formaggi locali; il Torrette, della zona di Aymaville-Sarre è un vino secco e asciutto, in assoluto quello prodotto in maggiore quantità; nella zona di Nus due sono i vini: il Nus Rouge, piacevolmente asciutto che si dice fosse già amato da Ponzio Pilato, e il Nus Malvoisie, ricavato da vitigni appassiti e da una successiva lenta maturazione in piccole botti di legno adatto a molti abbinamenti.
Anche la zona di Chambave produce due vini di pregio: il Chambave Rouge e il Malvoisie; l’Arnad Montjovet e il Donnas chiudono questa carrellata: il primo, più noto, ricorda il più prestigioso Nebbiolo, mentre il Donnas, per la sua preziosità viene oggi definito “il fratello del Barolo”.
Ognuna delle località citate possiede una sua cantina sociale dove conferiscono i loro prodotti i produttori locali e dove i vini possono essere degustati ed acquistati a prezzi competitivi.