Il Trentino ha una cultura culinaria di grande pregio. Nelle vallate alpine la popolazione locale ha da sempre saputo utilizzare i sistemi più antichi per la conservazione delle carni, ed i salumi locali sono sicuramente tra i prodotti trentini più conosciuti e diffusi, non solo in Italia ma anche nel resto d’Europa e nel mondo.
In particolare il procedimento dell’affumicatura, che se da un lato ha una funzione pratica, quello di permettere una migliore conservazione degli insaccati e dei salumi, prevalentemente di carne di maiale, dall’altra dona alle carni quel gusto originale e saporito che al palato del buongustaio fa subito ricordare i profumi della montagna, della resina dei pini, dell’aromatico profumo dei pascoli montani e dei frutteti.
Speck e guanciale, pancetta e coppa, salumi comuni anche in altre tradizioni culinarie vengono qui insaporiti dall’ambrato profumo dei rami resinosi dati alle fiamme, e pronti solo dopo un lungo periodo di stagionatura, tra aromi di spezie odorose come il pepe e l’alloro, il ginepro e l’aglio.
Una tradizione che secondo gli storici deriva non solo dalle specifiche necessità di una popolazione abituata ad affrontare lunghi inverni, e l’isolamento dei paesi tra le alte vette dolomitiche, ma anche da una contaminazione culturale con le popolazioni nordiche che qui hanno sostato nel corso dei secoli, fin dall’epoca dei Longobardi.
Tra gli altri salumi tipici, che hanno valicato i confini regionali, la luganega, un salame che rivela l’influenza del vicino Veneto e che qui viene realizzata aggiungendo grandi qualtità d’aglio, che ne rendono unico e piccante il sapore.
Merita un assaggio anche la “Carne Salada”, realizzata con carne bovina lasciata a stagionare per circa un mese in grandi pentole in terracotta tra sale e spezie. Un aroma intenso da assaporare al calore del fuoco di un caminetto, dopo una bella giornata trascorsa sugli sci o in escursione tra le belle vallate alpine.